giovedì 12 aprile 2018

Viaggio nel quartier generale di Facebook dove la privacy è un’ossessione



SAN FRANCISCO – Cinzia ha 25 anni e viene dall’Avana. Alza il pollice, sorride. «Non mi pare vero di essere qui», sospira. Si mette in posa per la foto di rito all’ingresso del campus di Facebook, davanti al simbolo del like. Con lei ci sono Edna e Frank e Melanie, tre californiani in pensione che hanno deciso di ospitare la ragazza e di farle visitare la Silicon Valley. 
Edna, Frank e Melanie hanno voluto portare Cinzia a Menlo Park, dove, spiegano entusiasti, «questi bravi ragazzi come Zuckerberg hanno costruito davvero tutto dal nulla». Anche l’autista di Uber che li ha accompagnati lì ne è convinto: «Dobbiamo ringraziare giovani come loro se oggi abbiamo un lavoro. Fino a qualche anno fa San Francisco era solo homeless e povertà. Ora invece le cose sono migliorate», grida Ted che si è trasferito in California dalla Malesia. E non importa se i prezzi delle case e dei terreni nel frattempo sono lievitati. E fa niente anche se Zuckerberg in cambio si è preso le loro vite e i loro segreti. L’importante per queste persone è lavorare. E finché la bolla della Silicon non scoppia un’altra volta va bene così ...... continua a leggere


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