Apriamo una parentesi verso una partizione di sistema operativo
alla quale rivolgo da sempre un particolare interesse, utilissima
quando senza troppi dettagli grafici devo ad esempio eseguire una
programmazione in 'Shell Bash' visto che l’editor predefinito
risulta quasi perfetto per questa tipologia di linguaggio e altre. Fin'ora non ho realizzato gran quantità di pubblicazioni
relative a 'Ubuntu' vuoi perché i termini si complicano
leggermente, vuoi perché resta il momento dei grandi esordi nonchè
delle applicazioni che nel contesto 'utilità' ci separano sempre
più dai programmi software, intuibili per il semplice fatto che
aprendosi in spazi ristretti permettono all'utente di avere piena
visione e gestione di tutte le loro funzioni, schiette per via che
non richiedono particolari passaggi per essere aggiunte sui veri
dispositivi mobili installabili addirittura sui computer mediante
emulatori Android tipo 'BlueStack'.
Ma l'occasione questa volta è ghiotta visto che Ubuntu, con il
cambiamento previsto dall'introduzione di una versione ‘LTS’
(lungo termine), dopo aver assistito da spettatore passivo ai
molteplici cambiamenti avvenuti nella versione 17.10 che ha tirato
via: 'Desktop Unity' e 'Ubuntu Phone' ne ho dedotto che fosse
il momento di riprendere in mano un attimo la situazione degli
aggiornamenti per aggiornarmi e aggiornarvi.
Le redini adesso sono affidate all'attualissima versione di
Ubuntu 18.04 LTS benchè a titolo di grafica non prevede cambiamenti
rispetto alla versione precedente derivandone in tal modo un
passaggio, che in termini visivi magari non noterete neanche. I netti
cambiamenti risiedono verso il cuore della grafica stessa ossia verso
la parte più profonda dove gli organi principali come il server
preposto alla grafica: il 'Wayland' introdotto in via predefinita
come alternativa a 'Xorg' è finito per cederli nuovamente il
posto passando nuovamente da un 'closed' a un 'open source'.
Xorg ha riottenuto la poltrona che gli era stata tolta anche se …….
son sicuro che non finirà qui per una gran serie di motivi che
vedremo più avanti.
Intanto vi porto all'attenzione
che a fine
pubblicazione troverete il collegamento con la pagina web ufficiale
di Ubuntu dalla quale ottenere le 'Note
di rilascio' definitive di Ubuntu LTS.
Rivediamo i vari cambiamenti punto per punto
1. Shell GNOME sostituisce il Desktop Unity
Coloro che erano rimasti alla versione di Ubuntu 16.04 LTS saranno
quelli che rimarranno maggiormente colpiti dall'impatto col nuovo
ambiente desktop, visto che il loro 'Unity 7' passando della
versione successiva 'Unity 8' ossia quella che doveva
caratterizzare l'ambiente divenendo il degno sostituto, è stato
respinto per lasciar spazio invece a 'GNOME Shell'.
GNOME Shell sarà pertanto il nuovo ambiente predefinito con il
quale una serie di decisioni e ulteriori cambiamenti verranno attuati
in conseguenza del distacco da Unity: i pulsanti per la gestione
delle finestre (riduci a icona ridimensiona e chiudi) verranno
nuovamente posizionati nell'angolo in alto a destra del desktop
invece che sulla sinistra (modifica che non renderà felice chi tende
a muoversi rapidamente e a memoria).
Colpito addirittura il display heads-up (HUD) apprezzatissimo per
le possibilità che offre di immediata acquisizione di vari elementi
e un'ingegnosa gestione centralizzata degli stessi mantenendone una
disposizione atta nel tradurne i vari comportamenti. Un dock che per impostazione predefinita rimanere bloccato nella
parte a sinistra dello schermo, da disporre (qualor lo si voglia) in
posizione orizzontale nella zona bassa dello schermo.
GNOME Shell in Ubuntu rimane altamente fluido e semplice da
utilizzare. Caratteristiche perfette per chiunque vi si trovi di
fronte, anche per gli utenti abituati a interagire con Unity: nessuno
dovrebbe riscontrare particolari impedenze ad abituarvisi. Il
'Display Manager LightDM' non è stato introdotto a caso
nell’ultima versione di Ubuntu: la decisione è stata presa proprio
per mantenere un'alternativa non impegnativa e altamente
personalizzabile, così che attraverso GNOME la schermata di accesso
nella propria sottile diversità, manterrà inalterato il principio
fondamentale radicato nel cambiamento attraverso la semplificazione.
Intatto il supporto del browser della Mozilla oltre che di
Thunderbird e LibreOffice nonché del file manager: Nautilus. La
sezione relativa alle impostazioni prevede una nuova interfaccia e
resta possibile procedere con l’installazione di un programma
mediante l'applicazione software stessa: 'GNOME'.
In riferimento sempre alla semplificazione, un comodissimo
pulsante di ricerca è stato introdotto al fine di permettere una
semplice navigazione tra le cartelle di sistema, vedendosi restituire
come risultato: le sezioni o funzioni più indicate.
Il più bellicoso dei cambiamenti comunque è avvenuto tra le
spallate date e ricevute tra il gestore grafico 'open source Xorge'
il moderno 'closed source
Wayland' anche lui inserito in precedenza di default, mentre Xorg
rimaneva accessibile in via opzionale. Sembra proprio che gli
sviluppatori di Ubuntu non si siano confrontati in maniera certa, ed
è proprio attraverso una leggera confusione che magari Xorg ha
ottenuto nuovamente il posto d’onore …… anche se alcuni
riscontri dimostrano il contrario.
Fatto sta che si è venuta a creare una perfetta situazione
inversa: Xorg adesso resta il gestore grafico predefinito e Wayland
(considerato il futuro per sistemi Unix-like) rimane possibile da
richiamare in via opzionale: esercitando un click sull'icona a forma
di ingranaggio presente nella schermata di accesso, così da aprire
il relativo menu e selezionare: 'Ubuntu on Wayland'. In tal modo
tale si sostituirà alla sessione di default prevista da Ubuntu,
nonché a Xorg: rimesso al proprio posto per via che tende a soffrire
minori se non inesistenti problemi di compatibilità.
Qualora preferite ottenere il massimo delle prestazioni per
effetto del tridimensionale, ecco che anche in questo caso si evince
il perché di Xorg: i driver a sorgente chiusa di 'NVIDIA' non
supportano l'alternativa Wayland.
Will Cooke di Canonical nelle vesti di direttore Desktop di
Ubuntu, fornisce ulteriori dettagli relativi a Xorg e al fatto che
Wayland non prevede più l'implementazione in via predefinita su
Ubuntu. A quanto sembra la questione riguarda la condivisione dello
schermo mediante l'utilizzo di strumenti come: 'Hangouts della
Google' o 'Skype della Microsoft' che rispondono perfettamente
con Xorg e, dalle ultime verifiche conseguite, è stato dimostrato
come resti maggiormente affidabile verso il recupero immediato delle
shell così da non perdere o interrompere la sessione grafica in
svolgimento, mantenendola stabile in caso di improvvisi crash.
Pur avendo confermato Xorg, certe condizioni hanno sicuramente
convinto il Team degli sviluppatori di Ubuntu di conseguire ottimi
risultati attraverso il più avanzato Wayland così che in previsione
di ……. continueranno a intervenire al fine di ridurne le
incompatibilità specialmente nelle funzioni di condivisione.
Wayland molto probabilmente tornerà ad essere il server di
visualizzazione predefinito in Ubuntu quando verrà rilasciata quella
che sarà una delle più importanti release di versione 'Ubuntu
20.04' naturalmente seguito da TLS. Pertanto, da tutto ciò possiamo evincerne, che la versione
Wayland implementata attualmente in 'Ubuntu 16.04 LTS' resti come
un'anteprima tecnica.
Il desktop di Ubuntu apre le porte ad un set abbastanza assortito
delle 'Emoji a colori' finalmente per via che il supporto di
queste particolari immagini prevedeva la possibilità di riproporle
solamente in bianco e nero, così che introdurle o meno non avrebbe
fatto alcuna differenza. In tal modo affacciandosi al carattere 'Noto
Color Emoji della Google' Ubuntu adesso è in grado di
supportare le
'Emoji' dell'ultima versione di Unicode v10.0, la solita prevista
e utilizzata sui dispositivi Android.
Premendo in sequenza i tasti Ctrl + .
oppure Ctrl +;
potrete visualizzare il riquadro/contenitore delle Emoji nella
maggior parte delle applicazioni, così che inserirle rimarrà
estremamente facile. Qualora preferite non adottare (tanto più
visualizzare) tale pacchetto potrete rivolgervi alla facile
disinstallazione.
Dopo aver installato Ubuntu, una nuova finestra comparendo vi
richiederà le 'Informazioni di sistema' che verranno inviate
direttamente a Canonical. I contenuti fanno riferimento a:
- Versione di Ubuntu installata
- Produttore del vostro computer
- Modello di CPU
- Ambiente desktop installato
- Il vostro fuso orario.
Canonical non manterrà le informazioni riservate (non vi chiede
nome e cognome) ma le renderà disponibili a titolo pubblico così
che un qualsiasi utente vedendole, potrà verificare la quantità
delle utenze che si rivolgono a Ubuntu oltre che poter accedere alle
statistiche di riferimento dell'utilizzo delle parti hardware e
software.
Un sistema automatico rivolto all’invio di 'segnalazioni bug
con Apport' configurato per condividere i pacchetti installati
mediante 'popularity contest' (una
sorta di gara
basata
su dati certi o
presupposti
con
i quali
testimoniare un gradimento di parte, oltre
che convalidare
la vittoria di
colui che ha ottenuto maggiori
voti).
Verificandola infatti posso confermarvi che non
costituisce alcun sistema di proliferazione e espletamento dei dati
personali, restando tra l’altro una funzione possibile da
disabilitare.
Ubuntu 18.04 implementa la 'Livepatch' della Canonical: una
funzione che abilitandola, permette l'installazione degli
aggiornamenti relativi al 'kernel Linux' senza dover riavviare il
sistema interrompendo la propria attività. Caratteristica di ampio
spessore fondamentale verso i
server Linux (inutile
verso
i
desktop) dal
momento che per i primi non è previsto, non resta possibile
arrestarne
il processo dando
vita così
a fasi di downtime.
Il client di Live
Patch sembra essere
in fase di ricezione di ulteriori aggiornamenti, oltre
che
aver
sviluppato la possibilità di installare, abilitare o disabilitare lo
snap Live
Patch direttamente
dallo strumento 'Software
e aggiornamenti'. Quest’ultimo
passaggio lo tratteremo a parte.
Unica condizione: registrarsi e/o accedere con un account 'Ubuntu
One' e poter abilitare la 'Livepatch' per un massimo di tre PC
per ogni account. Lo stesso 'Ubuntu One' che adesso, dopo essersi
fatto ben bene le ossa, sembra proiettarsi verso il settore
imprenditoriale nonché le grandi dimensioni essendo maggiormente
favorevoli e da ciò che afferma Canonical: ci aspettiamo un futuro
fatto di successi.
Durante l'installazione di Ubuntu noterete la nuova opzione
denominata: 'Minima'. Tale vi permetterà di installare un
ambiente Ubuntu ridimensionato al semplice browser Web e alle utilità
di base, un po' come avviando il sistema in modalità provvisoria.
Non troverete: LibreOffice, giochi e alcuni lettori multimediali.
Pur optando per questo tipo di installazione, nulla e nessuno vi
vieta di poter aggiungere gli strumenti e i software che desiderate.
Phoronix (nota per le revisioni Hardware) ha calcolato un risparmio
di soli circa 400 MB attraverso questa installazione. Un desktop
semplice e ben ordinato, introdotto in uno spazio di archiviazione
che non permette invitanti risparmi.
UBUNTU 18.04 LTS non prevede più diffusioni di immagini ISO a 32
bit terminate con la versione 17.10. Pertanto se avete un computer
prodotto nell'ultima decade annuale, sicuramente installerà una
CPU a 64 bit permettendovi in tal modo di eseguire un sistema
operativo a 64 bit.
Ciò non rappresenta comunque la fine per i sistemi a 32 bit:
Ubuntu infatti mette a disposizione software a 32 bit, anche se gli
sviluppatori hanno optato per non grandi test verso tali immagini. La
versione a 64 bit è adesso supportata e l'invito a utilizzarla è
rivolto naturalmente a chiunque.
Nel caso di OS a 32 bit, potrete installare:
- Xubuntu 18.04- Ubuntu MATE 18.04
Eccovi due alternative di Ubuntu che assiemano diversi ambienti
desktop attraverso il solito software ed entrambi offrono appunto
immagini a 32 bit.
- Xubuntu prevede l'utilizzo del desktop 'Xfce' (ambiente
grafico)
- Ubuntu MATE il desktop 'MATE' (ambiente grafico stabile).
Ambienti desktop leggeri che regolarmente dovrebbero eseguirsi
molto più rapidamente sui PC datati in cui non sono previste
alternative all’utilizzo di sistemi a 32 bit.
Una nuova versione di Ubuntu come una qualsiasi distribuzione
Linux, prevedono gran parte degli aggiornamenti software attraverso
appunto software di sistema come il 'kernel' di Linux e
applicazioni desktop come 'LibreOffice'. Aggiornamenti che
apportano continue novità (LibreOffice con la versione 6.0 ad
esempio ha rivoluzionato gran parte della grafica) nonché ottime
funzionalità, mancando di resa verso l'area del sistema.
Ubuntu 18.04 LTS include: versione del kernel Linux 4.15, GNOME
3.28 e LibreOffice 6.0. Il compilatore gcc (GNU Compiler Collection )
è configurato per la compilazione di applicazioni e degli
eseguibili, entrambi indipendenti dalla posizione 'PIE
di GNOME'. Sono previste mitigazioni per proteggersi dagli
attacchi 'Spectre'
e 'Meltdown'
con i
tre attacchi
che
sfruttano in modalità avanzata minimi problemi di progettazione
relativi alla modalità funzionale della maggior parte dei
microprocessori moderni: due bug della sicurezza che stanno mettendo
sotto-sopra l’intero ambiente informatico.
Molti altri cambiamenti e quando si parla di ambienti Linux il
riferimento: profondità resta sotto inteso. L'applicazione 'To Do'
è installata adesso di default, Characters prende il posto della
'Mappa caratteri' e Calendario supporta le previsioni meteo.
Sempre a titolo predefinito i computer sospenderanno automaticamente
il sistema dopo 20 minuti downtime nel momento durante la fase di
alimentazione del dispositivo mediante batteria. Un supporto per la
stampa senza driver resta disponibile così da semplificare la stampa
stessa: più stampanti con minor configurazioni.
Perla o ciliegina che non poteva mancare nell’ostrica o sulla
torta di Ubuntu restano i temi degli sfondi, 13 per essere precisi:
offerti dalla Community tramite 'Ubuntu 18.04 LTS Cultural
Showcase contest' potete controllarli su questo
collegamento.
Ricalcando alcuni tratti particolarmente scoprendone di nuovi, la
mente torna a creare slideshow mentali che ripropongono moltissime
immagini delle attività conseguire su partizioni Ubuntu che non
prevedevano questi 'stati avanzati' a livello teorico/funzionali.
Un bel tuffo nel passato per far emergere ciò che il futuro ci
sta riservando: linux quel che sfiora lo colora d'argento questa è
pura verità!
Nota bene: un
bug critico identificato nell'ultimo minuto ha lasciato un po' tutti
col fiato sospeso ritardando il rilascio della versione finale per
diverse ore. Fortunatamente la situazione si è risolto in poco tempo
così che adesso rimane possibile ottenere la 'Nota
di rilascio' di UBUNTU-18.04-LTS.
Potete acquisire le 'Note di rilascio' dalla pagina web ufficiale attraverso questo collegamento
Siete profondamente invitati a non
copiare argomenti
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